Anche oggi è stata una giornata molto impegnativa (si fa per dire...). Per iniziare, una maxi-colazione in stile mitteleuropeo (uova, affettati, formaggi, frutta, yogurt con muesli, succo di mele, immancabile prosecco); poi qualche vaschetta in piscina, ma con calma, e idromassaggi vari; saune e bagni di vapore a go-go; e, per finire la mattinata in bellezza, lunga permanenza nella hot-whirlpool esterna, che mi piace tantissimo. Un salto in camera (la stupenda panorama-suite) per vestirci, e via al buffet del pranzo, che qui viene servito dalle 12.30 sino alle 16, una bella comodità. Per digerire lo strudel con crema di vaniglia, passeggiata fra questi incantevoli scenari. Ora siamo di nuovo in camera: è piacevole rientrare e mettersi comodi in poltrona a riposare un po', prima di farsi belli per la cena. (Nella foto: Pepito in poltrona.)
APERTO PER LAVORI IN CORSO. . .
Benvenuti nel mio angolino creativo, nato per condividere con voi i miei lavoretti a punto croce, all'uncinetto, a maglia, di cucito, col fimo e le ricette che amo cucinare. Ma anche per parlarvi di beauty e benessere, fotografia, viaggi e gite, libri, ristoranti, hotel e in genere di tutto ciò che mi piace. Spero che passiate un po' di tempo con me! P.S. I vostri commenti sono graditissimi!
31 marzo 2011
28 marzo 2011
Finalmente... si parte!!!
Ed eccoci qua, in questo angolo di Sud Tirolo, a goderci la tanto desiderata settimana di vacanze! Lutago (Valle Aurina) è il nostro rifugio dallo stress del lavoro e della vita cittadina. Oggi abbiamo fatto moltissime cose: una bella nuotata in piscina (con un ranocchio che ogni tanto attraversava la vasca esterna sotto il nostro naso), saune, palestra (la prima volta del Pupo, che pare aver apprezzato, tanto che dopodomani ci riproviamo), e poi, dopo pranzo, una riposante passeggiata lungo questo bel sentiero.
Sembra un secolo che siamo qui, e invece solo ieri mattina eravamo ancora a casa, con i bagagli pronti per la partenza.
E poi, ventiquattr'ore dopo, cioè stamattina, eccoci finalmente a goderci la tanto agognata mega-colazione al buffet! Come primo giorno direi niente male davvero...
25 marzo 2011
Les véritables crêpes bretonnes
Ieri sera ho cucinato le crêpes bretoni, secondo la ricetta vera (o quasi), che prevede l'uso di farina di grano saraceno (blé noir), non tanto facile a trovarsi: io la compro in un negozio che vende prodotti sfusi (legumi, cereali, pasta, riso e farine, appunto). Il termine crêpes in realtà in Bretagna (Francia) indica solo quelle dolci, mentre quelle salate si chiamano galettes. Io per comodità le chiamo entrambe crêpes e le preparo con lo stesso impasto, mentre a rigore quelle dolci dovrebbero avere meno farina di grano saraceno e più farina 00.
Ingredienti per la pastella:
• 6 etti di farina di grano saraceno
• 1 etto di farina 00
• 2 uova*
• 1 cucchiaino di sale fino
• 1 brocca abbondante di acqua fredda
• 80 gr di burro salato fuso*
• 1 tazza di latte freddo*
(* questi ingredienti si possono anche non mettere, in quanto le crêpes di una volta erano fatte solo con farina e acqua; ma con burro, uova e latte risultano più facili da girare)
Poi ci vanno gli utensili appositi: una piastra o griglia tonda e piatta, una spatola per girare la crêpe, un attrezzo a T per stendere la pastella. Si mettono tutti gli ingredienti, tranne il latte, in una terrina, aggiungendo l'acqua un po' alla volta finché il composto non diventa fluido, e si mescola con il mixer a immersione (io ci metto anche un po' di acqua gasata, che rende la pastella più «spumeggiante»); si lascia riposare per mezz'ora, poi si aggiunge il latte, si mescola ancora un po' e... voilà!
Come farcia io uso queste combinazioni per le salate:
• prosciutto cotto + emmental grattugiato (jambon fromage)
• prosciutto cotto + emmental grattugiato + uovo (complète)
• prosciutto crudo + Filadelfia o simili
• speck + brie
Per le dolci, ci si può sbizzarrire:
• cioccolata + cocco/mandorle
• marmellata
• mele cotte + cannella
• burro + zucchero + limone (beurre sucre citron).
Ecco come si fa per esempio una crêpe complète. Si scalda bene la teglia sul fuoco, la si spalma con burro possibilmente salato (la tradizione prevede di strofinare la teglia con un canovaccio intriso di un misto di strutto e rosso d'uovo) e ci si versa una mestolata di pastella, che si dovrà stendere con l'apposto utensile a T.
Quando è cotta da un lato (ma non troppo), la si gira con la spatola: a questo punto si procede con la farcitura. Nell'esempio ho messo una fetta di prosciutto cotto, ho rotto un uovo e l'ho «strapazzato» un po', salato e pepato, e poi ho grattugiato sopra l'emmental.
Per chiudere la crêpe si piegano i bordi verso il centro del cerchio a formare un rettangolo. Non è necessaro rigirarla. Si mette in un piatto e... bon appétit!
23 marzo 2011
«Discorso dell'orso»
Sono l’orso dei tubi della casa, mi arrampico per i tubi nelle ore del silenzio, i tubi dell’acqua calda, del riscaldamento, dell’aria condizionata, vado lungo i tubi da un appartamento all’altro e sono l’orso che va per i tubi.
Credo di essere stimato perché il mio pelo mantiene pulite le condutture, incessantemente corro nei tubi e non c’è niente che mi diverta di più che passare da un piano all’altro lungo i tubi. Qualche volta tiro fuori una zampa dal rubinetto e la ragazza del terzo piano strilla che si è bruciata oppure grugnisco dal fornello del secondo e Guglielmina, la cuoca, si lamenta che oggi la canna tira male. Di notte sto zitto ed è quando più leggero mi muovo, mi affaccio al tettuccio del camino per vedere se lassù balla la luna, e mi infiltro come il vento fino alla caldaia in cantina. E d’estate nuoto di notte nella cisterna punteggiata di stelle, mi lavo la faccia prima con una mano poi con l’altra e poi con tutte e due, e tutto ciò mi procura una grandissima allegria.
Allora mi lascio andar giù per tutti i tubi della casa, grugnisco allegro e i mariti e le mogli si agitano nel letto e protestano che l’impianto è mal costruito. Alcuni accendono la luce e scrivono su un pezzetto di carta, per ricordarsi di far le loro rimostranze al portinaio, non appena si farà vedere. Io cerco il rubinetto che resta sempre aperto in qualche alloggio, di lì tiro fuori il naso e guardo il buio delle stanze dove vivono quelle creature che non possono andare per i tubi e che mi fanno anche un po’ pena quando li guardo, grandi e grossi come sono, e quando li sento russare e sognare ad alta voce, e sono tanto soli. Allora, quando al mattino si lavano la faccia, li accarezzo su una guancia, li lecco sul naso e me ne vado, vagamente convinto di aver fatto bene.
(Julio Cortàzar, da Storie di Cronopios e di Famas, 1962)
22 marzo 2011
Vi presento... Cocco!
Oggi vi voglio parlare di Cocco, la mia bellissima cocorita. Cocco mi è nato in casa: l'ho visto che era ancora ovetto, un graziosissimo, minuscolo ovetto dall'aspetto molto fragile. Infatti all'epoca (e parlo di una quindicina di anni fa) avevo una coppia di cocorite: Cocco senior, verde col capino giallo, e Rita, azzurra col capino bianco. Erano proprio una bella coppia, e insomma, alla fine Rita ha «sfornato» quattro ovette, graziosissime, minuscole e dall'aspetto molto fragile. Le custodiva gelosamente nel suo nido, una scatoletta di compensato la cui apertura era un buco laterale largo abbastanza perché ci passassero i genitori, ma non perché io riuscissi a vedere all'interno; ogni tanto, però, scostavo pian piano il tettuccio della scatoletta-nido e sbirciavo i futuri genitori, che covavano dandosi il cambio. Dopo varie settimane, una mattina passo accanto al nido e sento un lieve ma deciso fiiip fiiip: un ovetto doveva essersi schiuso! E infatti, una volta scostato il tetto, ecco lì il primo pullo, un vero mostricciattolo, a esser sincera: implume, rosastro, quasi trasparente, con gli occhi e il becco non ancora formati, una testolina che sembrava un cappero. Poi si schiusero anche le altre ovette, e ora nel nido c'era una bella banda di sei cocorite, piuttosto chiassose, devo dire. Giorno dopo giorno Cocco senior e Rita nutrivano i bebè imbeccandoli, e giorno dopo giorno io sbirciavo dal tetto i «progressi» dei miei figliocci. Non erano molto incoraggianti, a dire il vero: sì, occhi e becco adesso c'erano, ma le piume continuavano a latitare; in compenso i corpiccini rosastri si stavano ricoprendo a chiazze casuali di una peluria grigiastra poco promettente. Chi avrebbe mai immaginato che in poco tempo quei quattro sgorbietti si sarebbero trasformati in due maschietti e due femminucce bellissimi, una coppia azzurra col capino bianco (come mammà) e l'altra di un turchese perfetto, col capino giallo come il babbo. Ma per loro era giunto il momento di vedere il mondo: ormai erano grandi come gli adulti, e in quattro cominciavano a star stretti in quella scatoletta. Per un po' uno dei piccoli se n'è stato appollaiato con aria nonchalante sull'apertura del nido; a un certo punto è stato «incoraggiato» dagli altri tre a uscire, nel senso che l'hanno sicuramente spinto fuori. E così, eccomi con sei bellissime cocorite. Purtroppo negli anni (e ne sono passati parecchi) sono morte. Tranne però Cocco junior, che vedete immortalato in due foto che gli ho scattato di rencente: non si direbbe, vero?, che ha quattordici anni?
18 marzo 2011
Biscottini salati al gorgonzola
Ingredienti:
100 gr di farina
100 gr di gorgonzola
40 gr di burro
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 tuorlo
sale e pepe q.b.
Tagliate a dadini il gorgonzola e il burro a temperatura ambiente. Setacciate la farina e mettetela nel mixer con tutti gli altri ingredienti: mixate fino a ottenere un impasto omogeneo. (Se non avete il mixer, usate i bicipiti!) Fatene una palla e avvolgetela in pellicola per alimenti; tenete in frigo per 20 minuti circa. Poi spianate l'impasto con un mattarello e ritagliateci dei quadratini, possibilmente con una rotella da agnolotti. Ricoprite una teglia con carta da forno e disponeci sopra i quadratini (anche ravvicinati fra loro, 'tanto non diventano più grandi... purtroppo!). Infornate per 10 minuti circa a 180 gradi. Sono semplicissimi e davvero stuzzicanti...
17 marzo 2011
Notte bianca
Ieri sera ho partecipato alla Notte bianca di Torino; era la prima volta che ne vedevo una. L'idea era quella di provare l'ebbrezza di visitare un museo di notte, nella fattispecie il Museo d'Arte Orientale. Alla fine, però, ci siamo persi per le vie e le piazze del centro, sotto una pioggia incessante, per poi rifugiarci a cenare in un ristorante di «specialità etniche», leggi: mediorientali. Veramente carino, buona cucina; dato che tutti i tavoli erano occupati, ci hanno dirottati verso una saletta al piano superiore piena di tappeti
e cuscini, dove abbiamo mangiato su tavolini bassissimi, seduti su pouf: un'esperienza non comodissima, ma simpatica. Dopo aver atteso mezz'ora una baklava che (purtroppo) non è mai arrivata, ci siamo rituffati nella Torino by night, troppo tardi per visitare il museo; così, abbiamo ancora passeggiato per il centro, approfittando di qualche edificio storico lasciato aperto al pubblico per l'occasione, come Palazzo Birago di Borgaro, col suo incantevole, misteriosissimo giardino, che sempre avevo scrutato ma solo da fuori. Poco prima di rincasare, abbiamo assistito ai fuochi artificiali, un po' difficili da guardare con un ombrello sulla testa... Una bella serata, diversa dal solito.
e cuscini, dove abbiamo mangiato su tavolini bassissimi, seduti su pouf: un'esperienza non comodissima, ma simpatica. Dopo aver atteso mezz'ora una baklava che (purtroppo) non è mai arrivata, ci siamo rituffati nella Torino by night, troppo tardi per visitare il museo; così, abbiamo ancora passeggiato per il centro, approfittando di qualche edificio storico lasciato aperto al pubblico per l'occasione, come Palazzo Birago di Borgaro, col suo incantevole, misteriosissimo giardino, che sempre avevo scrutato ma solo da fuori. Poco prima di rincasare, abbiamo assistito ai fuochi artificiali, un po' difficili da guardare con un ombrello sulla testa... Una bella serata, diversa dal solito.
16 marzo 2011
Il Po stamattina
15 marzo 2011
Il mio primo libro
Oggi m'è venuto in mente il primo libro che ho letto: Paolina Pussycat. Be', a dire il vero non l'ho proprio «letto»: ero così piccola che in effetti me lo leggevano i miei. E mi piaceva così tanto, e loro me l'hanno letto così tante volte, che alla fine l'ho imparato a memoria. E, man mano che ne sfogliavo le pagine e guardavo i disegni, recitavo le battute come se davvero le stessi leggendo. Ancora oggi mi ricordo la strofa conclusiva:
Perché mai dovrei strillare
se m'han messo ad asciugare?
Io la zuppa l'ho assaggiata,
era proprio prelibata!
Altro che le poesie che ci facevano imparare a memoria a scuola! Quelle chi se le ricorda più? Ora non possiedo più la copia «originale» di Paolina Pussycat: pare si sia dissolta nel fango dell'alluvione. Però i miei genitori me ne hanno regalato un'altra copia anni dopo. E così oggi posso dire di avere ancora il mio primo libro!
14 marzo 2011
Presina a punto croce
Oggi ho pensato di pubblicare la foto di questa presina che ho ricamato a punto croce pochi giorni fa. Purtroppo non trovo più lo schema, e quindi non posso inserirlo, ma il disegno è semplice e credo che non sia difficile da riprodurre. Basta usare dei colori allegri e primaverili. In effetti, quando l'ho ricamato mi sentivo tutta «pasquale»: pulcini, uova dai colori pastello, teneri fiorellini... E soprattutto, sole, sole, SOLE! E invece... qui continua a piovere... Ma io non smetto di sognare la primavera: prima o poi arriverà!
13 marzo 2011
Frittelle di Carnevale
Anche se non è più Carnevale, oggi pomeriggio ho cucinato le frittelle. Sono venute buonissime, e me ne sono già mangiata una decina! Vi do la ricetta.
Ingredienti
(per circa 40 frittelle):
• 180 gr di farina
• 4 cucchiai di zucchero semolato
• 30 gr di burro
• 6 uova (o 4 se sono grandi)
• la scorza di 1 limone
• olio di semi per friggere
• un pizzico di sale
Preparazione:
Mettete in una casseruola 1/4 di litro di acqua, il burro, 3 abbondanti cucchiai di zucchero semolato, la scorza del limone e un pizzico di sale; far bollire. Aggiungere poco alla volta la farina, mescolando bene. Togliere dal fuoco e trasferire l'impasto nel mixer (sennò usate l'olio di gomito...). Aggiungere 4 uova intere e 2 tuorli e mixare finché la miscela non sarà omogenea. Trasferire la miscela in una terrina e lasciarla riposare coperta per 1-3 ore. Trascorso questo tempo, mettere l'olio per friggere in una pentola (5 cm di altezza). Con due cucchiaini formate delle palline di impasto e tuffatele nell'olio ben caldo. Man mano che cuociono, le palline dovrebbero gonfiarsi e rigirarsi da sole nell'olio, altrimenti «aiutatele» dendogli dei colpetti con la paletta per fritti. Man mano che saranno belle tonde, gonfie e dorate, toglietele dall'olio e disponetele su una teglia foderata di carta assorbente. Una volta finito l'impasto, cospargete di zucchero semolato le frittelle e impilatele su un piatto di portata (sul quale resteranno pochissimo tempo, se siete golosi come me e il mio Pupo...).
12 marzo 2011
Braccialetti di perline e cannucce
11 marzo 2011
Cena indiana
E stasera... cena al «Passaggio in India». A sorpresa, perché fino all'ultimo il Pupo e io non avevamo ancora deciso se andare lì o farci un'apericena in un locale accanto. Arrivati al fatidico incrocio, siamo stati costretti a scegliere se attraversare a destra o a sinistra; ci siamo risolti per la destra, ed eccoci a gustare l'ottimo menu Thali (l'abbiamo preso entrambi), una specie di panoramica di varie piatanze, dolce compreso. Per bevanda, un lassi speziato e piccante, delizioso!
Passeggiare lungo il fiume
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