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28 settembre 2020

Dove dormire a Modena: bed & breakfast «Del Viale»

Ciao, carissimi lettori! Per la rubrica Provati per voi, oggi vi voglio parlare del bed & breakfast in cui ho pernottato durante la mia mini-vacanza a Modena. Quest'anno, come molti italiani, anche io e il Pupo abbiamo deciso di non andare troppo lontano; inoltre, dato che la fiera Modena Play, cui doveva partecipare il Pupo come editore, è «saltata» causa Covid, ci siamo ritrovati con una prenotazione fatta prima dell'epidemia, e così abbiamo deciso di trasformare tre giorni di mancato lavoro in tre giorni di visita alla città. Di Modena vi parlerò poi in un altro post; per ora vi basti sapere che, se vi capita, merita davvero, non solo per i suoi tre siti patrimiono dell'umanità Unesco, ma proprio perché è carina in sé.

Il bed & breakfast dove abbiamo soggiornato si trova in una palazzina graziosa, vicinissimo al magnifico Duomo: Google Maps dà 12 minuti, ma ne bastano anche 10, ed è pure una gradevole passeggiata lungo vie tranquille e alberate.

La struttura consta di tre camere, di cui due con bagno in comune, perfette per le famiglie o i gruppi di amici, e l'altra con bagno privato. C'è anche una cucina a disposizione degli ospiti. Purtroppo, date le restrizioni sanitarie, la colazione consisteva in brioche, biscotti, fette biscottate, marmellatine e plumcake preconfezionati, ma comunque non mancava nulla: bollitore per tè e tisane, macchina per il caffè in cialde, latte, succhi di frutta. E poi, basta chiedere: la proprietarie è gentile e disponibile. La nostra camera era la «Cannella», quella col bagno privato. E' composta dalla camera con letto matrimoniale più un divano che può diventare terzo letto e un tavolo con sedie (dove in questo periodo si consuma la colazione), un antibagno con spazioso guardaroba e specchio a figura intera, e un bagno con box doccia. Vi allego qualche foto, così vi fate un'idea.

Foto dal sito della struttura

Foto dal sito della struttura

Foto dal sito della struttura

Tutto era in ordine e funzionale. Ho trovato particolarmente utili il divano, perché dopo una giornata di visite, fa piacere spaparanzarsi un'oretta in camera prima di uscire per cena. E molto utile anche il tavolo con sedie, magari per scrivere il diario di viaggio... C'era anche l'aria condizionata, e meno male, perché nei giorni in cui siamo stati a Modena ha fatto veramente caldo! Unico neo, la strada dove si trova la palazzina, anche se è carina, sicura e alberata, è un po' trafficata, perciò, se come noi siete abituati al più totale silenzio, magari di notte potreste avere qualche problema a prendere sonno; comunque, dopo la mezzanotte tutto è tranquillo.

bed and breakfast

pernottamento

Insomma: considerati il prezzo conveniente, la camera e la posizione, mi sento di consigliare senz'altro questa struttura per una breve visita alla città. 

Chissà se vi ho dato un'idea per una vacanzina? 

A presto, cari lettori! 

Bed & breakfast «Del Viale»
Viale Jacopo Barozzi, 294 – Modena
www.bebdelviale.it

19 ottobre 2017

Una passeggiata nell'Oasi Zegna

Ciao a tutti e ben ritrovati, dopo un altro bel po' di tempo che non scrivevo sul blog.
Oggi voglio parlarvi di un parco che ho scoperto da poco: l'Oasi Zegna (sito web qui; pagina Wikipedia qui). L'Oasi Zegna è un'area naturalistica in provincia di Biella, in Piemonte. Venne istituita dall'imprenditore Ermenegildo Zegna, da cui prende il nome, che fondò a Trivero la ditta Zegna, ma non solo: come altri industriali "illuminati" e "umanisti" dell'epoca (una razza ormai completamente estinta...), costruì le case per i dipendenti e un centro dedicato alla salute, alla formazione, allo sport e al tempo libero dei suoi concittadini. Oltre a tutto ciò, fece rimboschire le pendici della montagna, e da qui nacque l'Oasi Zegna.


Questo parco comprende svariati sentieri, di diverse lunghezze, gradi di difficoltà e altitudine. Non mancano, poi, le strutture ricettive: rifugi, alberghi, ristoranti, bar, ma anche birrifici e caseifici. Insomma, un bel modo per scoprire il territorio: passeggiare e gustarne i prodotti.
Così, sabato scorso io e il Pupo abbiamo deciso di andare all'Oasi Zegna per fare una prima passeggiatina "propedeutica", cioè una camminata breve e semplice per cominciare a studiare la zona, in vista di un trekking più impegnativo magari in primavera. Di domenica vengono organizzate molte passeggiate tematiche guidate, ma noi abbiamo preferito fare per conto nostro. Abbiamo scelto la Passeggiata dei Rododendri, breve (un'ora e mezza) e facile (percorribile anche da disabili in carrozzella e genitori con passeggini). Certo, in questa stagione i rododendri non sono fioriti, ma comunque la natura è bellissima, con i colori autunnali che tanto piacciono a me. In realtà, abbiamo trovato un po' confuso il sistema di indicazione dei sentieri, perché molti si intersecano fra loro o si sovrappongono per alcuni tratti. Infatti, all'inizio il sentiero che abbiamo percorso non era molto facile: era piuttosto ripido e di certo non adatto alle sedie a rotelle, dato che fondo era di terra, coperta da tantissimi ricci di castagne caduti.


Comunque, dopo poco il sentierino si è congiunto al vero percorso dei Rododendri, molto meno "selvaggio", ma comunque incantevole: il fondo era cementato e cintato da una staccionata.


In alcuni punti sembrava di essere quasi in un giardino giapponese (io li adoro!).



Ma tutt'intorno c'erano boschi montani molto misteriosi.


Finita la nostra passeggiata, siamo risaliti in auto, che avevamo lasciato a Trivero, e dopo pochi chilometri abbiamo trovato il Birrificio Jeb (sito web qui), un posticino davvero carino, praticamente su un tornante della strada che risaliva la montagna, un angolino tranquillo e un po' surreale. Ci siamo accomodati a un tavolone con panche all'aperto, sotto una tettoia, e abbiamo pranzato con tagliere misto (il Pupo) e una miaccia al formaggio (io), accompagnati ovviamente da due ottime birre artigianali – e lo dice una che non ama particolarmente la birra, ma dopo una passeggiata nella natura, sotto il sole, che cosa c'è di meglio?


La miaccia (v. qui), per chi non la conoscesse, è una specie di crêpe salata di farina bianca e gialla tipica della Valsesia e dei Walser, davvero squisita, che si può farcire con formaggi e affettati.
Bene, vi ho fatto venire voglia di fare una salto da queste parti? Spero di sì!
Alla prossima!

18 maggio 2017

Provati per voi: ristorante cinese
Chen Lon (Torino)

Bentrovati a tutti! Eccoci di nuovo alla rubrica Provati per voi.
Questa volta andiamo a mangiare in un ristorante cinese. «Sai che novità!» direte voi. E invece il Chen Lon è diverso da tutti i ristoranti cinesi che ho provato in Italia.



Tanto per cominciare, dimenticatevi arredamenti pacchiani, decorazioni ridondanti, luci fredde, discutibili gattini della fortuna, pannelli scolpiti in finto legno e acquari più o meno ornamentali. Questo ristorante si distingue subito per un ambiente dai colori neutri e caldi, con un arredo pulito e lineare, dal sapore quasi più giapponese che cinese. Anche l'apparecchiatura è più curata del solito, con finezze quali il poggia-bacchette.





Ma ciò che colpisce di più (e che mi ha fatto molto felice!) è che il menu non ha (soltanto) le consuete portate da ristorante cinese in Italia. Per chi desidera provare qualcosa di diverso dalla solita, micidiale trimurti «involtino primavera-riso cantonese-pollo con mandorle», magari coronata dal gelato fritto, qui c'è ampia scelta. Infatti troverete piatti particolari, regionali e di stagione. Inoltre, ci sono gli «speciali del mese», proposte davvero interessanti che cambiano di volta in volta: io e i miei commensali, per esempio, abbiamo ordinato un piatto di bambù da condividere; un amico della proprietaria lo coltiva a pochi chilometri da Torino, quindi non era un prodotto surgelato, e si sentiva: rondelle piuttosto croccanti dal gusto che ricordava un po' quello dei topinambur, davvero deliziose.
Come antipasto, ammetto che non mi sono subito lanciata in scelte temerarie, e ho optato per i ravioli alle verdure cotti al vapore, un piatto che prendo spesso al ristorante cinese. Ma è stato un buon modo per fare un raffronto con i «soliti» ravioli: questi erano... diversi: si capiva bene che la pasta era stata fatta a mano e le varie verdure avevano sapori più definiti, mentre spesso capita che il ripieno sia un miscuglio in cui non si distinguono i singoli ingredienti.


Come primo non ho potuto fare a meno di ordinare i noodles; non i soliti spaghetti di soia o di riso (che comunque mi piacciono molto), ma gli «spaghettoni» di grano tipo tagliatelle, fatti a mano, conditi con verdure miste: erano squisiti! La porzione era così abbondante che, trattandosi del pranzo, non ho ordinato altro, a parte un tè al gelsomino.
Però ho sbirciato i piatti dei miei commensali. Mia suocera ha ordinato l'anatra alla pechinese, che avrei volentieri spiluccato se non fosse che sono vegetariana (tanto più che anche quella era una mega-porzione!): aveva un aspetto davvero invitante, accompagnata da verdurine à la julienne e piccole crêpes di farina (credo) di riso.


Il Pupo, invece, ha «osato» ordinare le «teste di leone», che in realtà sono delle polpette di maiale, non di leone...
Il servizio mi è sembrato buono, non confusionario come capita talvolta nei ristoranti cinesi. I prezzi sono un pelino più alti della media, ma le porzioni sono abbondanti e poi i cibi sono davvero «cucinati», non solo tirati fuori dal congelatore, scaldati e poco altro. Ci tornerò di sicuro, anche per provare nuovi piatti, e ve lo consiglio caldamente.
A presto!

Ristorante cinese Chen Lon
via Principi d'Acaja 35 H, Torino
tel. 011 43 45 441
info@ristorantechenlon.it
aperto dal martedì alla domenica
pranzo 12-14.45, cena 19-23.30

© Le foto sono prese dal sito web del ristorante

05 luglio 2015

Provati per voi:
ristorante Parva Domus

Ciao a tutti!
Eccomi finalmente con una nuova recensione per la rubrica Provati per voi.
Oggi vi voglio raccontare di una fantastica cena che ho potuto gustare a due passi da Casa Pupi. Eh sì, perché il Ristorante Agriturismo Parva Domus si trova in una borgata a un paio di chilometri da dove abito col Pupo mio marito, fra le colline del Chivassese, in provincia di Torino. Infatti, io e Pupo ci siamo andati a piedi, e la passeggiata ha contribuito a rendere particolarmente bella la serata. All'andata era in salita, ma al ritorno, avendo il pancino pieno, abbiamo molto gradito la discesa!
Ma veniamo alle mie impressioni sul ristorante.
Intanto, questo è il panorama che si vede dalla borgata Casa Porta di Cavagnolo; una di quelle casette che s'intravedono fra il verde è Casa Pupi! 
Sì, proprio lei!!!

Questo è l'ingresso «ufficiale» dell'agriturismo, anche se in realtà noi siamo entrati dal cancello direttamente in cortile, dove la proprietaria, la signora Cristina, ci ha fatto vedere orgogliosa la sua chioccia col pulcino. Ci ha anche mostrato la stanza dove preparano i salumi, perché lei e il marito allevano maiali (per cucinarli, devo ammetterlo); ma è un allevamento speciale, perché i porcelli sono praticamente bradi e grufolano più o meno dove vogliono in cerca di ghiande e altre leccornie. In effetti, mi capita spesso di incontrarli durante le mie passeggiate o quando vado a correre: finché non li accoppano, direi che se la passano assai bene.

 Ma entriamo nella sala da pranzo. 
Il tavolo è apparecchiato con una certa ricercatezza.

Questa è la sala da pranzo, con una bella credenza d'antan. Come sottofondo musicale – udite udite! – non ci sono le solite canzonacce o, peggio, la terribile stazione radio RTL 102.5 (maledizione a lei e tutta la «very normal people»!), bensì un CD di musica jazz anni Trenta, tipo Fred Astaire per intenderci, che con l'ambiente rurale si abbina molto bene. Chi l'avrebbe mai detto?

Ma veniamo alle cose serie: questo è il menu della serata.

Si comincia quindi con salumi di produzione propria, 
accompagnati da deliziose crescentine fritte.

Ecco qui i fiori di zucchina ripieni. Avendo la cucina a pochi passi, abbiamo sentito distintamente lo sfrigolio dell'olio mentre li friggevano, un istante prima di servirceli in tavola.

Dopo due primi (immancabili agnolotti del plin e gnocchi di patate e ortiche al gorgonzola), ecco i bocconcini di maiale. Eh sì: un tempo fu uno dei loro maiali semi-bradi. E si sentiva che in vita era stato bene...

Per finire, io mi sono fatta portare il tris di dolci: gelato alla panna con frutti di bosco, tiramisù e torta di nocciole con zabaione: golosona!

Infine, ovviamente, caffè e grappa.
Nel complesso, è stata davvero un'ottima cena. Al tavolo accanto c'erano due coppie ammodo, che quando sono entrate ci hanno salutato cordialmente. La temperatura era perfetta, perché la casa è vecchia e ha muri spessi e stanze fresche. La posizione è davvero bella, in mezzo alle mie amate colline ammantate di boschi. La proprietaria è amichevole senza essere invadente e la ragazza che ci ha servito molto gentile: ci chiedeva sempre se volevamo un bis delle portate. Il cibo, poi, davvero buono; forse un po' più caro rispetto alla media dei ristoranti della zona, ma ne valeva la pena.
Se passate da queste parti di sabato o domenica, quindi, fateci un pensierino.
Ciao!

Ristorante Agriturismo Parva Domus
via Casa Porta, 51 – Cavagnolo (Torino)

08 marzo 2015

«Messer Tulipano»

Ciao a tutti!
Finalmente la primavera sta arrivando, e con essa ci sono giornate più lunghe, 
più sole, temperature tiepide e soprattutto tanti, tantissimi fiori che stanno timidamente spuntando dalla terra ancora nera per l'inverno.
Se anche voi, come me, amate i fiori da bulbo vi consiglio di non perdervi 
Messer Tulipano, una mostra dedicata a questi bellissimi fiori (ma ci sono anche giacinti, narcisi, muscari...) che si tiene nel parco del Castello di Pralormo (Torino). Quest'anno la mostra sarà dal 4 aprile al 3 maggio. In occasione dell'esposizione si può anche approfittare delle visite guidate all'interno del castello. Nell'ex fienile, poi, ci sono bancarelle che vendono tè, tisane, spezie, mieli e così via, mentre nella corte troverete stand che propongono piante e fiori. Io ci sono già stata un paio di volte, ed è davvero una bella esperienza. Unica nota stonata, il dehors del bar nella corte (peraltro utile per mangiare un boccone e dissetarsi con una bibita), con i tavoli e le sedie di plastica colorata di una marca di gelati: squallore! 
Per il resto, merita davvero.
Vi lascio con qualche foto che ho scattato qualche annetto fa, giusto per invogliarvi...
Ciao!





















01 febbraio 2015

Provati per voi: Voglia di Vino, Alba (CN)


Ciao a tutti! Come state? Io purtroppo sono sempre più assente dal blog, e mi dispiace molto; non solo non riesco a trovare il tempo di postare qualcosa di nuovo, me nemmeno riesco a leggere i vostri blog, e mi mancate! Ma oggi – approfittando di una breve pausa fra una pulizia, un bucato e il lavoro – vi voglio parlare di un grazioso posticino che ho «collaudato» ieri a pranzo. Si tratta del wine shop & bar Voglia di Vino, ad Alba (Cuneo). Il merito di aver scovato questo locale va al Pupo mio marito, che in questo è davvero un abilissimo segugio. Ieri siamo andati ad Alba per fare due passi per la cittadina e vedere la mostra sul pittore Felice Casorati alla Fondazione Ferrero (fino al 15 febbraio; link qui): se capitate da quelle parti, andate a vederla perché merita davvero. Ma anche Alba merita una visita, perché è una cittadina molto carina, con bei palazzi e magnifici bar pasticcerie vecchio stile; e poi ci sono i vini, i tartufi e la cioccolata. Voglia di Vino si trova in una viuzza tranquilla del centro storico di Alba. Il locale è moderno e trendy, ma non senz'anima, anzi! E' molto carino e luminoso, con pochi tavolini, pareti tappezzate di bottiglie, una proprietaria molto gentile e preparata e qualche piattino per togliersi la fame davvero buono. C'è molta attenzione alla provenienza dei prodotti, e la proprietaria sembra conoscere i nomi di tutti i suoi fornitori. Io ho preso una bresaola con insalatina e scaglie di grana che si scioglieva in bocca; l'olio era notevole. Il Pupo ha optato per il tris di antipasti: antipasto piemontese (o giardiniera che dir si voglia), insalata russa e vitello tonnato. Abbiamo bevuto un calice di squisito nebbiolo e per finire ci siamo presi una fett(on)a di torta alle nocciole con zabaione; una torta di nocciole così non l'avevo mai mangiata: una meraviglia, morbida e gustosa, fra l'altro di produzione di una pasticceria della via accanto. Ovviamente, prima di andarcene ci siamo comprati una bottiglia dell'ottimo nebbiolo che avevamo bevuto a pranzo.
Posto consigliatissimo.

Voglia di Vino
wine shop & bar
via Pertinace, n. 7/a – 12051 Alba (CN)



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