29 luglio 2015

Crostata al rabarbaro


Ciao a tutti!
Come state? Io benone: oggi per me è stato l'ultimo giorno di lavoro in ufficio. Il mio agosto sarà pieno di lavoro lo stesso e non riuscirò ad andare via, ma almeno me ne potrò restare a casa e non mi toccherà più fare oltre tre ore di viaggio per andare e tornare dall'ufficio. Eh sì: abitare in campagna è bellissimo, ma se non si guida può diventare scomodo, anche perché i nostri mezzi pubblici fanno schifo (chi si sposta in treno lo sa bene). Quindi, potendo restare a casa, penso che nei prossimi giorni «bisserò» una torta squisita che ho fatto qualche tempo fa: la crostata al rabarbaro. Conoscete il rabarbaro? E' una bella pianta che fa delle foglione enormi, i cui gambi sono color rosso mattone, come quelli che vedete in foto. In cucina si usano proprio i gambi, che hanno un gusto delizioso, un poco amarognolo, perfetto per i dolci. Purtroppo in Italia il rabarbaro non è molto conosciuto, e io personalmente non l'ho mai visto in vendita nei reparti di frutta e verdura. Però forse non molti sanno che il rabarbaro cresce benissimo in Italia! Basta avere un pezzetto di terra, comprarsi la piantina (io l'ho trovata da Viridea) e il gioco è fatto. In estate avrete una magnifica pianta con cui potrete fare delle delizie come la crostata al rabarbaro. Trovate la ricetta nel magnifico blog Due bionde in cucina, che, oltre a piatti da leccarsi i baffi, ha delle foto stupende.


Ingredienti

Per la base:
250 g di farina
1 cucchiaio di zucchero semolato
1 bustina di lievito vanigliato
180 g di burro freddo a pezzetti
acqua ghiacciata q.b.

Per il ripieno:
380 g di gambi di rabarbaro tagliati a tocchetti
160 g di zucchero di canna
1 cucchiaio di maizena

Inoltre:
1 albume leggermente sbattuto da spennellare
zucchero semolato q.b. da spolverizzare

Nel mixer lavorate farina, zucchero e lievito. Unite il burro e ottenete un composto «sbrisolone». Unite pochissimissima acqua fino a ottenere un impasto che non deve essere appiccicoso. Fatene una palla e avvolgetela in pellicola; riponete in frigo per mezz'ora.
Lavate gli steli del rabarbaro e tagliateli a tocchetti lunghi 2 cm (non si deve spellare). Mescolate i tocchetti con zucchero e maizena.
Riprendete l'impasto e dividetelo in due. Stendetene ogni metà a 3 mm di spessore.
Foderate uno stampo di 24 cm con carta da forno e poi stendeteci sopra una delle due metà d'impasto (potete stendere la pasta direttamente sulla carta da forno che poi metterete nello stampo).
Versateci sopra il composto di rabarbaro.
Con l'apposita rotellina da agnolotti tagliate l'altra metà di impasto in strisce larghe 2 cm e sistematele sul composto in modo da formare dei rombi. Con la pasta avanzata fate una striscia lunga per sigillare il bordo. Spennelate la pasta con l'albume e cospargete lo zucchero semolato.
Cuocete in forno a 160°C per 45 minuti.

28 luglio 2015

Ricamo... campagnolo


Ciao, carissime lettrici e carissimi lettori!
Come state? Resistete al caldo torrido? Certo che è proprio dura! In questo momento, però, qui in campagna c'è finalmente una bella arietta: sembra di rivivere, di poter respirare di nuovo. A proposito di campagna, eccovi un ricamo che ho fatto qualche tempo fa, decisamente country. L'ho lavorato a punto croce e poi l'ho incorniciato di azzurro con applicazioni rustiche color écru. Ora è appeso in cucina, dove i colori dominanti sono appunto il blu, l'azzurro e il beige. Se volete farlo anche voi, eccovi lo schema, trovato sul magnifico blog Gazette94.
Ciao!

18 luglio 2015

Coppa di gelato amigurumi





Ciao a tutti!
Che caldo che fa! Con quest'afa, la cosa migliore da fare è mangiarsi un bel gelatone. Che ne dite di una coppa di gelato al limone, fragola e menta, con cialde, un ciuffetto di panna e – perché no? – anche una fragolina di bosco? Yum, mi sento già più fresca!
Ma se volete, potete anche farvela all'uncinetto.
Ecco le istruzioni.
Buon lavoro!




05 luglio 2015

Provati per voi:
ristorante Parva Domus

Ciao a tutti!
Eccomi finalmente con una nuova recensione per la rubrica Provati per voi.
Oggi vi voglio raccontare di una fantastica cena che ho potuto gustare a due passi da Casa Pupi. Eh sì, perché il Ristorante Agriturismo Parva Domus si trova in una borgata a un paio di chilometri da dove abito col Pupo mio marito, fra le colline del Chivassese, in provincia di Torino. Infatti, io e Pupo ci siamo andati a piedi, e la passeggiata ha contribuito a rendere particolarmente bella la serata. All'andata era in salita, ma al ritorno, avendo il pancino pieno, abbiamo molto gradito la discesa!
Ma veniamo alle mie impressioni sul ristorante.
Intanto, questo è il panorama che si vede dalla borgata Casa Porta di Cavagnolo; una di quelle casette che s'intravedono fra il verde è Casa Pupi! 
Sì, proprio lei!!!

Questo è l'ingresso «ufficiale» dell'agriturismo, anche se in realtà noi siamo entrati dal cancello direttamente in cortile, dove la proprietaria, la signora Cristina, ci ha fatto vedere orgogliosa la sua chioccia col pulcino. Ci ha anche mostrato la stanza dove preparano i salumi, perché lei e il marito allevano maiali (per cucinarli, devo ammetterlo); ma è un allevamento speciale, perché i porcelli sono praticamente bradi e grufolano più o meno dove vogliono in cerca di ghiande e altre leccornie. In effetti, mi capita spesso di incontrarli durante le mie passeggiate o quando vado a correre: finché non li accoppano, direi che se la passano assai bene.

 Ma entriamo nella sala da pranzo. 
Il tavolo è apparecchiato con una certa ricercatezza.

Questa è la sala da pranzo, con una bella credenza d'antan. Come sottofondo musicale – udite udite! – non ci sono le solite canzonacce o, peggio, la terribile stazione radio RTL 102.5 (maledizione a lei e tutta la «very normal people»!), bensì un CD di musica jazz anni Trenta, tipo Fred Astaire per intenderci, che con l'ambiente rurale si abbina molto bene. Chi l'avrebbe mai detto?

Ma veniamo alle cose serie: questo è il menu della serata.

Si comincia quindi con salumi di produzione propria, 
accompagnati da deliziose crescentine fritte.

Ecco qui i fiori di zucchina ripieni. Avendo la cucina a pochi passi, abbiamo sentito distintamente lo sfrigolio dell'olio mentre li friggevano, un istante prima di servirceli in tavola.

Dopo due primi (immancabili agnolotti del plin e gnocchi di patate e ortiche al gorgonzola), ecco i bocconcini di maiale. Eh sì: un tempo fu uno dei loro maiali semi-bradi. E si sentiva che in vita era stato bene...

Per finire, io mi sono fatta portare il tris di dolci: gelato alla panna con frutti di bosco, tiramisù e torta di nocciole con zabaione: golosona!

Infine, ovviamente, caffè e grappa.
Nel complesso, è stata davvero un'ottima cena. Al tavolo accanto c'erano due coppie ammodo, che quando sono entrate ci hanno salutato cordialmente. La temperatura era perfetta, perché la casa è vecchia e ha muri spessi e stanze fresche. La posizione è davvero bella, in mezzo alle mie amate colline ammantate di boschi. La proprietaria è amichevole senza essere invadente e la ragazza che ci ha servito molto gentile: ci chiedeva sempre se volevamo un bis delle portate. Il cibo, poi, davvero buono; forse un po' più caro rispetto alla media dei ristoranti della zona, ma ne valeva la pena.
Se passate da queste parti di sabato o domenica, quindi, fateci un pensierino.
Ciao!

Ristorante Agriturismo Parva Domus
via Casa Porta, 51 – Cavagnolo (Torino)

01 luglio 2015

Oggi ho comprato...


1. una maschera peel-off Shaka – €1,99
2. un correttore Essence – €2,49
3. un primer occhi Sephora – €9 e qualcosa
4. una saponetta purificante antisettica alla propoli La Savonnerie de Marseille (100 gr) – €2,10
5. delle cartine assorbisebo Muji (confezione da 100, 7x10 cm) – €2,50
6. delle salviette levasmalto Shaka (confezione da 15) – €0,99

Tutti prodotti low-cost, e per me tutti nuovi e da provare.
1. Sto per finire una maschera peel-off di Bottega Verde, che non mi è dispiaciuta affatto (che goduria togliersi dalla faccia la pellicola gommosa e vedere che ci sono rimaste intrappolate un sacco di schifezze che prima erano nei nostri pori!), ma costa un po' tantino; inoltre, avendo deciso d'ora in avanti di farmi per lo più solo maschere all'argilla verde (l'argilla l'ho già in casa, e la uso anche da bere sciolta in acqua per «sistemare» il pancino), ho deciso di ripegare su una confezione piccola ed economica. Vedremo se funziona.
2. Il correttore è un must, per me. Di solito ne uso uno in stick della Kiko (non male) e uno, sempre in stick, di Essence (un po' duro). Ora ho voluto provarne uno liquido sempre di Essence: poi vi dirò come mi è sembrato.
3. Come primer occhi in genere uso quello della Kiko, con cui mi trovo abbastanza bene, ma ho voluto provare questo di Sephora,  approfittando dello sconto del 20%.
4. Io ho il pallino delle saponette: mi piacciono tantissimo! Così, quando capita me ne compro una. Questa l'ho acquistata in un negozio che per me è un paradiso: La Savonnerie de Marseille, che vende saponette di varie forme, dimensioni, colori e profumazioni, oltre a essenze e profumi solidi.
5. Delle cartine assorbisebo non posso più fare a meno: sono comodissime per eliminare l'effetto lucido che flagella la mia fronte, evitando così di aggiungere cipria al trucco preesistente, con il risultato di soffocare la pelle con strati di makeup. Di solito uso quelle di Essence, anche se le prime che ho avuto erano del Body Shop (parlo di almeno vent'anni fa!), e sono molto curiosa di provare queste di Muji, made in Japan!
6. I dischetti levasmalto sono utili in viaggio. Ne avevo acquistato una confezione simile in Austria, ma erano carissimi, puzzolenti e untissimi. Questi di Shaka costerebbero due euro in più, ma erano in offerta.

Ciao!



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